La pericolosità degli ordigni bellici, la tragedia di Mollaro | Mario Stigliano

La recente esplosione domestica che ha portato alla tragica scomparsa di Claudio Andriollo, un 72enne appassionato di storia militare e recuperante di reperti bellici, ha sconvolto la comunità di Mollaro e sollevato interrogativi su un tema delicato e spesso sottovalutato: la gestione e la sicurezza dei residuati bellici.

Nonostante l’incertezza sulle cause precise dello scoppio, le prime informazioni puntano verso un incidente legato alla collezione di ordigni bellici che l’uomo aveva accumulato nel corso della sua vita. Un’esplosione così devastante ci ricorda, purtroppo in maniera drammatica, quanto siano pericolosi anche gli ordigni apparentemente inerti.

Collezionare reperti bellici è un’attività che attrae molti appassionati, animati dalla voglia di conservare testimonianze storiche. Tuttavia ogni ordigno, anche se ritenuto inattivo, porta con sé un rischio intrinseco. I residuati bellici non sono oggetti da trattare con leggerezza: anche un proiettile apparentemente innocuo può nascondere esplosivi instabili, corrosi dal tempo e pronti a detonare al minimo urto o variazione di temperatura.

La sicurezza non può mai essere data per scontata, quando si ha a che fare con materiale bellico. Ogni anno, incidenti analoghi si verificano in Italia e nel mondo, coinvolgendo collezionisti, lavoratori nei cantieri o semplici cittadini che trovano ordigni dimenticati nei campi o nei cantieri.

La tragedia di Mollaro solleva anche una questione cruciale: la normativa e il controllo sulla detenzione di residuati bellici. Spesso, oggetti del genere finiscono nelle mani di privati senza che vengano rispettati i protocolli di disattivazione e messa in sicurezza previsti dalla legge.

In molti casi, i collezionisti non sono pienamente consapevoli dei rischi connessi alla manipolazione e alla conservazione di questi materiali. È fondamentale, invece, affidarsi esclusivamente alle forze dell’ordine per qualsiasi intervento su residuati bellici e segnalare immediatamente alle autorità il ritrovamento di oggetti sospetti.

La prevenzione passa attraverso alcune semplici, ma fondamentali azioni:

  • Segnalare immediatamente alle autorità competenti il ritrovamento di ordigni o materiale sospetto
  • Evitare ogni contatto con oggetti di origine bellica, anche se sembrano innocui o privi di esplosivi
  • Presidiare l’area e non far avvicinare nessuno fino all’arrivo degli artificieri.

L’esplosione che ha tolto la vita a Claudio Andriollo è una tragedia che colpisce al cuore, ma deve anche essere un’occasione per riflettere e sensibilizzare. La passione per la storia non può giustificare l’incoscienza. È essenziale che chiunque si trovi di fronte a reperti bellici adotti un approccio prudente e rispettoso delle norme.

Questa storia dolorosa ci insegna che la memoria storica può essere preservata in sicurezza, ma solo se trattiamo i residuati bellici con il timore reverenziale e il rispetto che meritano.

Se trovi un ordigno o un residuato bellico, non toccarlo. Chiama subito le autorità competenti. Ogni vita salvata vale più di qualsiasi reperto storico.

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